Andrea Delogu, l’appello in diretta tv: “Una battaglia portata avanti con grande coraggio” – VIDEO

Andrea Delogu è una delle conduttrici della Rai più amate, con il suo programma porta sempre argomenti di attualità che interessano una vasta gamma di pubblico. 

Andrea Delogu
Andrea Delogu (Foto: @andrealarossa Instagram)

Dal 15 febbraio Andrea Delogu conduce Tonica, programma di intrattenimento dedicato al pubblico più giovane che fa da ponte tra il mondo della musica e quello dello spettacolo, quello televisivo e quello digitale.

All’interno del suo programma, oltre alle classiche interviste ai suoi ospiti, porta avanti argomenti molto attuali e di interesse generale che attraggono sempre una vasta gamma di pubblico. La conduttrice è passata dalla comunità di San Patrignano, dove è cresciuta con i suoi genitori fino all’età di dieci anni, al successo televisivo e radiofonico.

L’appello di Andrea Delogu

Nell’ultima puntata andata in onda ieri sera, martedì 8 marzo, una delle ospiti della conduttrice ha approfondito un argomento molto importante e delicato riguardo le donne.

 

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Giorgia Soleri si è messa a nudo davanti al pubblico di Rai2 e ha raccontato la sua storia, una storia che ha dell’incredibile e che l’ha portata alla disperazione, “Andavo a letto stremata sperando di non svegliarmi al mattino perché quella non era vita”. Giorgia ha combattuto, e convissuto, con il suo dolore per otto anni, fino a quando le è stata fatta finalmente una diagnosi chiara.

Aveva 16 quando ha iniziato a stare male e da allora il dolore l’ha sempre accompagnata come un ombra, “Consideravo quel dolore parte di me, Giorgia e il dolore, il dolore e Giorgia, una cosa sola”. Il più delle volte non riusciva a dormire, ad andare a scuola né a svolgere quelle azioni quotidiane che ci sembrano tanto scontante.

Le hanno dato della pazza, dell’ansiosa, della stressata e l’hanno accusata di inventarsi i sintomi, ma quel dolore c’era e non se ne andava mai, “È stato il mio compagno più devoto, silenzioso ma sempre presente, ossessivo e possessivo“. Quando finalmente, dopo anni di dolore, le hanno fatto una diagnosi ha pianto di gioia, “Per molti il momento della diagnosi è una condanna, per me è stata una librazione“.

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Tramite il suo racconto Giorgia ha mandato un messaggio molto importante per tutte le donne che soffrono del suo disturbo, e di altri disturbi simili, un messaggio che vuole sia ascoltato, “Stasera sono qui solo per chiedere a gran voce un diritto, il riconoscimento sociale, politico, medico ed economico di una malattia ancora sottovalutata ma estremamente invalidante”.

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