Omicidio Yara, l’avvocato di Bossetti tuona: “Ci nascondono qualcosa”

Omicidio Yara Gambirasio: Claudio Salvagni, avvocato di Massimo Bossetti, ha parlato della battaglia legale che sta conducendo.

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Massimo Bossetti Foto dal web

Nel giugno 2014 venne arrestato Massimo Bossetti, muratore di Mapello, per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’uomo è stato condannato all’ergastolo ma si è sempre dichiarato innocente e chiede che siano esaminate nuovamente le tracce biologiche rinvenute sugli abiti di Yara.

Al settimanale Oggi, a partire da domani in edicola Claudio Salvagli, avvocato di Massimo Bossetti, ha parlato della battaglia legale che sta conducendo.

La Suprema Corte ci ha dato sempre ragione ma se un provvedimento definitivo può essere disatteso, lo Stato di diritto va a farsi benedire.

L’avvocato Salvagni ha commentato le motivazioni della Cassazione favorevoli a Bossetti chiede il riesame dei reperti di Yara Gambirasio e dei campioni di DNA.

Il mio timore è che i reperti siano stati conservati malamente, tanto da rendere impossibili ulteriori analisi. Se non ci fosse niente da nascondere nessuno avrebbe timore di sottoporre a nuove analisi i reperti, perché i risultati confermerebbero quelli che hanno portato al giudizio di colpevolezza del mio cliente. Evidentemente non è così.

Omicidio Yara Gambirasio, la battaglia legale dell’avvocato di Massimo Bossetti

Il legale di Bossetti aveva dichiarato a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia Tv, dopo il nuovo no da parte della Corte d’Assise di Bergamo all’accesso ai reperti.

Polizia (Instagram)
Pattuglia della Polizia (Instagram)

Lo faccio per me, per i miei figli e perché so che Yara non ha avuto giustizia’. Sempre più un uomo distrutto; il carcere è duro, ancora più duro se lo vivi da innocente. Non a caso è controllato costantemente dagli operatori penitenziari per evitare che commetta qualche insano gesto.

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L’avvocato di Bossetti aveva poi proseguito.

Noi non ci arrendiamo e per questo abbiamo già presentato un ulteriore ricorso in Cassazione, visto che nelle tre precedenti occasioni, la Suprema Corte ci ha sempre dato ragione. Ora quindi andremo in Cassazione per la quarta volta perché è un nostro diritto e un diritto di Massimo Bossetti, vedere quei reperti rimasti ed esaminarli.

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