Marco Pantani, a 17 anni dalla morte c’è un giallo irrisolto. La verità

Sono passati quasi vent’anni dalla scomparsa del celebre ciclista Marco Pantani, ma sono ancora troppi i punti irrisolti della vicenda. Emergono nuovi dettagli.

Marco Pantani (Instagram)
Marco Pantani (Instagram)

E’ la sera di San Valentino del 2004 quando arriva in redazione una notizia che ghiaccia il sangue nelle vene di milioni di appassionati di sport. Il Pirata non c’è più. All’età di soli 34 anni Marco Pantani viene ritrovato privo di vita in un residence di Rimini.

il ciclista romagnolo, da tempo depresso per i guai sportivi, sembra essere stato vittima di un’intossicazione acuta di cocaina e antidepressivi. Sembra, perchè i dubbi attorno alla sua morte non tardano ad arrivare. Troppi i punti oscuri e mai chiariti.

La madre Tonina è la prima a non credere all’ipotesi della morte accidentale per overdose o del suicidio. La signora pensa che dietro il decesso del figlio ci possa essere qualcuno, magari legato al doping o alle scommesse nel mondo del ciclismo.

Gli inquirenti decidono di volerci vedere chiaro e aprono la prima di tante inchieste per far luce sull’accaduto. L’indagine si conclude con la condanna per spaccio di stupefacenti nei confronti di un gruppo tra i quali figura anche la presunta amante della vittima. A tutti vennero comminate pene basse.

Ma una delle grandi tragedie dello sport non è destinata a concludersi qui: nel 2014, a 10 anni dalla scomparsa di Pantani, vengono riaperte le indagini, in seguito all’esposto presentato dalla famiglia dello sportivo, con l’ipotesi di reato di omicidio volontario.

Marco Pantani, le inchieste e quell’ultima certezza inquietante

Meno di un anno dopo la Procura ne richiede l’archiviazione perchè non sussiste il fatto. Marco non è stato ucciso, ha fatto tutto da solo, punto.

 

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Negli anni subito successivi spuntano nuove intercettazioni che implicherebbero l’intervento addirittura della camorra nell’esclusione dal Giro d’Italia 1999, la miccia che scatenò il punto di non ritorno dell’atleta. Il suo sangue sarebbe stato deplasmato.

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In seguito a queste nuove prove, i Pantani, che non si sono mai arresi nel ricercare la verità sulla scomparsa del campione, danno mandato nel 2019 all’ex generale della Gdf Umberto Rapetto di richiedere una nuova riapertura delle indagini presso la Commissione Parlamentare Antimafia. Stando alle analisi effettuate sui reperti e sulle registrazioni, ci sarebbe una nuova, inquietante verità: Il Pirata non era solo quella maledetta sera e qualcuno ne avrebbe spostato il corpo dopo la morte. Un mistero che ancora non ha trovato la parola fine.

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