Enrico Ruggeri, la denuncia alla società non passa inosservata: la cruda verità

Il grande cantante milanese si pronuncia sulla nuova generazione e fa delle dichiarazioni nette e clamorose. Enrico Ruggeri lo fa in occasione di un evento speciale.

Enrico Ruggeri
Enrico Ruggeri (Facebook)

E’ una delle colonne portanti della musica leggera italiana, sperimentatore e innovatore del rock e della new wave. Parliamo naturalmente di Enrico Ruggeri, autore di pezzi indimenticabili che conosciamo tutti.

Nato a Milano nel 1957, ha iniziato ad avvicinarsi alla musica da adolescente, quando era uno studente del liceo classico Berchet del capoluogo meneghino. Nel 1974 fonda gli Champagne Molotov, che diventeranno in seguito i Decibel, con i quale si presenta a Sanremo 1980 con il brano diventato “cult” Contessa.

L’anno successivo il cantante inizia la sua avventura da solista, lavorando nel frattempo come supplente di italiano e latino alla scuola media Tito Livio di Milano. Nel 1983 scrive Il mare d’Inverno, che affida successivamente a Loredana Bertè.

Gli anni Ottanta sono fondamentali per lui e lo vedono protagonista di Sanremo 1987, dove trionfa assieme a Gianni Morandi e Umberto Tozzi con Si può dare di più. Nel 1993 bissa il successo, vincendo la kermesse con il brano Mistero.

Artista molto prolifico, Ruggeri uscirà prossimamente con il suo nuovo album, e ne ha approfittato per fare quattro chiacchiere con Leggo, dove si è anche pronunciato sulle nuove generazioni.

Enrico Ruggeri: “Nessuno ha più voglia di…”

Il prossimo 18 marzo uscirà La Rivoluzione, album contenente 11 tracce, con la collaborazione anche di Andrea Mirò e Massimo Bigi. Il disco esce dopo una pausa per lui inusuale di tre anni.

 

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Intervistato da Rita Vecchio, Enrico si è pronunciato anche sulla cambiamento dell’ambiente musicale e della società in generale, rilasciando una dichiarazione piuttosto forte nei confronti dei giovani. Parole che non passano assolutamente inosservate, le sue.

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“Sono generazioni tese a guardare se stessi. Una volta si guardava Martin Luther King, Gandhi, Pasolini, adesso i modelli sono quelli con i soldi, quelli che se li critichi ti danno del “rosicone” ha detto. Un'”accusa” ben precisa.

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