11 luglio 1982: l’Italia vince i mondiali, che fine hanno fatto quei campioni

Era l’11 luglio 1982 quando l’Italia vinse i Mondiali di calcio in Spagna battendo la Germania Ovest: che fine hanno fatto gli eroi di quella finale.

L’abbraccio tra Bearzot e Pertini (foto pubblico dominio) – Ultimaparola.com

Qualcuno non c’è più, qualcun altro è rimasto nel mondo del calcio, altri ancora hanno fatto parlare di loro in quanto divenuti personaggi televisivi. Sicuramente, sono diventati tutti degli eroi e dei campioni nell’immaginario collettivo del nostro Paese. Stiamo parlando della formazione che venne schierata l’11 luglio 1982, quando l’Italia allenata da Enzo Bearzot vinse la finale dei mondiali in Spagna contro la Germania Ovest. Vi arrivò dopo un girone eliminatorio passato con sofferenza, ma poi infilando una serie di successi contro le squadre più forti al mondo.

Che fine hanno fatto i campioni dell’Italia ai mondiali del 1982?

Paolo Rossi vinse il titolo capocannonieri (foto pubblico dominio) – Ultimaparola.com

Trascinatore e mattatore assoluto di quella cavalcata trionfale fu Pablito Rossi: quello è stato il suo anno di grazia, con sei gol, peraltro consecutivi. Fu lui a eliminare il Brasile con una tripletta e a strappare il pass per la finale con una doppietta alla Polonia, quindi sbloccò la finale dopo il rigore sbagliato da Antonio Cabrini e un primo tempo con poche emozioni. Paolo Rossi, che nel 1982 vinse anche meritatamente il Pallone d’oro, ritiratosi dal calcio giocato nel 1987, non ha mai allenato, si è dedicato a lungo al sociale ed è morto per un brutto male nel settembre 2020.

Condottiero di quella spedizione azzurra fu invece Enzo Bearzot, il “vecio” come lo chiamava lo scrittore Giovanni Arpino: per undici anni è stato commissario tecnico della Nazionale, con gioie alternate a delusioni. Entrata nella storia la partita a scopone con il presidente Pertini, Franco Causio e Dino Zoff, al ritorno dalla Spagna. Ha lasciato la panchina della nazionale nel 1986 ed è morto nel 2010, lontano dai riflettori. Vent’anni prima era venuto a mancare il presidente Pertini, che fu grande protagonista sugli spalti. A proposito di Zoff, capitano di quella spedizione, è stato il più anziano azzurro ad aver mai vinto un mondiale, avendo già 40 anni, ma è anche l’unico azzurro ad aver vinto anche l’europeo oltre al mondiale: si è ritirato l’anno dopo dal calcio giocato e a fine anni Novanta ha allenato la nazionale che arrivò seconda in uno sfortunato europeo.

Tra i campioni indimenticabili di quella selezione, c’è Gaetano Scirea: colonna portante della Juve in quegli anni, si era da poco ritirato dal calcio quando nel 1989 morì in un incidente stradale, durante un viaggio in Polonia per conto dei bianconeri. Era il vice di Dino Zoff da pochi mesi. Tutti gli altri protagonisti di quella spedizione sono ancora in vita: il più giovane, Beppe Bergomi, è presenza fissa di Sky e telecronista sportivo. Anche Fulvio Collovati ha intrapreso la carriera di commentatore e opinionista sportivo, prima per dei canali privati e poi in Rai.

I gol di Tardelli e Altobelli: che fine hanno fatto?

Bruno Conti con il presidente Pertini (foto pubblico dominio) – Ultimaparola.com

Hanno guidato l’Under 21, portandola a vincere l’europeo di categoria sia Claudio Gentile che Marco Tardelli, per quest’ultimo – che compare anche nel tabellino dei marcatori della finale – anche un’esperienza non proprio indimenticabile da allenatore dell’Inter. A proposito di nerazzurri, Lele Oriali, uno degli interisti di quella spedizione, dopo il ritiro è stato dirigente della squadra in più occasioni, la prima per ben 11 anni, in cui vinse tutto compreso il Triplete con Mourinho in panchina. Sempre nelle file dell’Inter militava Alessandro Altobelli: Spillo, in finale, segnò il terzo gol che chiuse i conti. Dopo il ritiro e alcune esperienze politiche, è anche lui opinionista sportivo in casa Rai prima e Mediaset poi.

Una grande carriera da calciatore, ma non altrettanto da allenatore ha avuto invece Antonio Cabrini: il bell’Antonio è stato a lungo selezionatore della squadra nazionale femminile, non ottenendo però i successi tanto sperati. Ha vissuto una breve carriera da allenatore delle giovanili della Roma, dopo il ritiro, Bruno Conti, che della squadra giallorossa è stato bandiera indiscussa per quasi 20 anni, fatte salve due esperienze al Genoa. Nel 2005 si è anche seduto sulla panchina della prima squadra, contribuendo al raggiungimento della finale di Coppa Italia e della qualificazione in Coppa Uefa. Fecero brevi apparizioni in finale anche Francesco Graziani e Franco Causio, il primo è stato personaggio televisivo anche grazie al talent show per calciatori Campioni, il secondo dopo il ritiro dal calcio si è trasferito a Udine e per un breve periodo è stato commentatore sportivo.

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