Vaiolo delle scimmie: origine e diffusione. C’è realmente da preoccuparsi? I dettagli

Vaiolo delle scimmie, proviamo a fare chiarezza sull’origine e sulla diffusione del virus. C’è realmente da preoccuparsi? I dettagli.

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Virus (Foto da Pixabay)

Proviamo a fare maggiore chiarezza su quanto sta accadendo nel mondo. Cos’è il vaiolo delle scimmie? Come ci si contagia? Il rischio in Italia è davvero così alto? Queste e molte altre le domande che si stanno ponendo milioni di persone in questo momento.

Volendo scendere nel tecnicismo ci troviamo dinanzi ad una zoonosi virale, ossia un virus che si trasmette dall’animale all’uomo e presenta le stelle sintomatologie del vaiolo di un tempo. Fortuna vuole, però, essere decisamente meno grave rispetto al passato.

Vaiolo delle scimmie, cosa accade in Italia e nel mondo? Bisogna temere per la nostra salute? 

Il primissimo caso è stato registrato nel Regno Unito nel 2021 in un paziente che aveva vissuto in Nigeria. Attualmente sono stati segnalati diversi episodi nel mondo e salgono a 4 i pazienti ricoverati in Italia.

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Virus laboratorio (Foto da Pixabay)

Si tratta di una malattia nuova? No, siamo al cospetto di un virus che si era presentato già nel lontano 1970 specialmente nelle regioni limitrofe alla foresta pluviale del Congo. Agli inizi del 2000 la diffusione era concentrata solamente in Africa; fu solo a partire dal 2018 che si registrarono i primi casi anche nel resto del mondo.

Come abbiamo accennato in precedenza, si tratta di una malattia che si trasmette attraverso il contatto con il sangue o con liquidi di animali infetti. Ci si contagia quando si ha un contatto molto stretto o mediante le vie respiratorie con le famose goccioline. I sintomi sono febbre, mal di gola, astenia prolungata.

Per il vaiolo delle scimmie non esiste una cura specifica, ma è un virus che va via in due/quattro settimane. E’ stato registrato che i casi più gravi si verificano tra i bambini o nei pazienti che presentano già patologie pregresse. Attualmente risulta complicato stabilire se, coloro i quali sono stati vaccinati, possono considerasi immuni.

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Maria Van Kerkhove (responsabile OMS) ha sottolineato che bisogna essere sempre in allerta. In particolare il messaggio è rivolto al personale sanitario che devono sorvegliare coloro i quali presentano eruzioni cutanee sospette.

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