Denise Pipitone, nuovi risvolti nell’inchiesta: adesso emerge un grave sospetto

Si sospettano manovre politiche dietro alla possibile cancellazione della Commissione d’Inchiesta sul caso Denise Pipitone.

Angelo Perrino
Angelo Perrino (Instagram)

Il caso di Denise Pipitone è ormai aperto da diciassette anni e nell’ultimo periodo sembrava ci fossero le basi per poter far partire una Commissione d’Inchiesta sulla vicenda, si sospettano però manovre politiche dietro al mancato avvio di tale commissione.

Il direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, è stato nuovamente ospite nello studio di Ore 14, su Rai2, per discutere il caso confrontandosi con il Capogruppo Lega in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, Igor Iezzi, il quale parla di ostruzionismo politico.

Si giungerà mai ad una conclusione nel caso della bambina, di appena tre anni all’epoca, scomparsa dalla sua Mazara del Vallo nel lontano 2004?

Si parla di ostruzionismo e manovre politiche dietro alla commissione d’inchiesta non avviata

Nel dibattito tra i due sono emerse nuove gravi ipotesi di tipo politico sul percorso da fare per poter giungere ad una ipotetica conclusione nel caso della piccola Denise.

Denise Pipitone
Denise Pipitone (Instagram)

Iezzi per primo ha parlato di ostruzionismo politico mirato allo stop sulla commissione d’inchiesta richiesta per il caso Pipitone. “Qualcuno vorrebbe istituita una Commissione per i bambini scomparsi in Italia al posto di quella per Denise”, queste le parole del Capogruppo leghista alle quali Perrino ha prontamente posto un quesito “Perché si sta cercando di diluire la commissione, sostanzialmente invalidandola?” Iezzi allora parla di scambi politici.

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Spunta anche l’ipotesi di uno scambio politico, ragione per la quale potrebbero essere partite nuove richieste per ulteriori commissioni d’inchiesta, ovvero si tratterebbe di un “Io ti faccio passare la commissione e tu fai passare la mia”.  Iezzi punta il dito contro il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, in quanto pare che uno degli interessi primari dei Renziani sia quello di far partire una commissione d’inchiesta sulle fake news.

Nel caso in cui riuscissero a far partire tale commissione il primo a rimanere coinvolto sarebbe proprio Matteo Renzi e le sue vicende giudiziarie. Quindi perché far pressione per poter iniziare una commissione d’inchiesta che andrebbe a discapito del proprio leader, ostacolando così quella finalizzata ad aiutare la risoluzione di un caso di minore scomparso.

 

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