WhatsApp in rosa, è allarme virus: non bisogna scaricarlo

La notizia arriva dall’India: il virus è in grado di mettere sotto controllo il nostro telefono.

Whatsapp Update (Photo by INDRANIL MUKHERJEE/AFP via Getty Images

“WhatsApp in rosa” è l’ultima arrivata tra le truffe informatiche, ma una delle più subdole. Si tratta di un virus che si diffonde attraverso le reti web e che viene propagato prevalentemente attraverso i collegamenti dei gruppi WhatsApp.
I messaggi promettono un innocuo cambio tema, che nasconde però insidie serie per i nostri telefoni.

WhatsApp è diventato il terreno da gioco preferito per i propagatori di fake news e truffe online: grazie soprattutto ai gruppi numerosi è possibile gettare l’esca con ragionevole sicurezza di risultato.
Il servizio “WhatsApp in Pink” è proprio una di queste: cliccando sul link collegato, infatti, si va incontro ad un’amara sorpresa.

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Un link da non seguire: come agisce il virus e come proteggersi

An Apple iPhone 11 smartphone with the WhatsApp logo (Photo by Phil Barker/Future Publishing via Getty Images

L’allarme arriva dall’India ma si è diffuso presto in tutto il mondo. L’utente riceve un messaggio in cui si promette di poter personalizzare colori e temi dello sfondo della propria app. Cliccando sul link, si viene reindirizzati ad una pagina web (neanche troppo professionale) dove effettivamente vengono proposti sfondi e colori differenti.

Dato che però si tratta di un’app “non certificata” dai programmatori WhatsApp è semplicissimo infiltrarvi malware-software “truffaldini”-che si installano insieme al servizio sul telefono del malcapitato utente.

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Questi malware funzionano come “spie”, raccogliendo i dati sensibili dal nostro account personale, come codici e password.
Tutto ciò mette seriamente a rischio la nostra sicurezza, considerando la quantità di informazioni che ogni giorno passa attraverso il nostro smartphone.

Come proteggersi? In realtà non è difficile, basta usare buonsenso e cautela. Infatti il malware per essere attivato necessita di azioni “positive” da parte dell’utente, a partire dall’accesso al link allegato al messaggio.

Inoltre è necessario visitare il sito e dare l’assenso all’installazione di app da un sito che non è quello “ufficiale”, acconsentendo anche all’aggiunta di ulteriori servizi. Tutto ciò è facilmente evitabile prestando attenzione alla “forma” con la quale sono trasmessi i messaggi: spesso il nome “Whatsapp” manca della lettera “h” o sono presenti altri errori che lasciano intuire la non affidabilità del collegamento.

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