Cosa nasconde il Maschio Angioino? Incredibili segreti e grandi scoperte

Cosa si nasconde all’interno delle mura del celebre Maschio Angioino? Incredibili segreti e grandi scoperte. Da non perdere. 

Maschio Angioino segreti scoperte
Napoli, Maschio Angioino (Foto da Instagram)

Conosciuto anche con il nome di Castel Nuovo, il Maschio Angioino è uno dei simboli della capoluogo partenopeo. Si tratta di un castello medievale che domina tutta la città. Fortemente voluto da Carlo I D’Angiò venne edificato a partire dal 1279.

Il desiderio del re era quello di possedere e dimorare all’interno di un castello che fungesse anche da guardia di Napoli. Il progetto architettonico si deve a Pierre de Chaule che realizzò l’imponente bastione in soli cinque anni.

Nel corso degli anni ha subito diversi lavori di restauro, dovuti principalmente a seguito di calamità naturali. Si conserva in un perfetto stato la Cappella Palatina che vede la mano di Giotto al suo interno.

Maschio Angioino, miti e leggende del grande orgoglio partenopeo. Le più esilaranti scoperte

Abbiamo appena accennato al fatto che il Castello è stato restaurato in diverse occasioni: difficile stabilire quale fosse la pinta iniziale del progetto.

 

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Legate al Maschio Angioino gravitano numerose leggende: in modo particolare occorre citare la storia legata al famigerato coccodrillo, situato per molto tempo sulla porta d’ingresso del Castello. Tante le ipotesi e le strade percorse.

Dibattuta anche la sua effettiva esistenza. Occorre fare un passo indietro e intrecciare questa storia con la Fossa del miglio, dove il re faceva rinchiudere i carcerati. La leggenda vuole che questi sparissero dall’oggi al domani. Un vero mistero.

Si venne poi a scoprire che nelle segrete dimorava proprio un coccodrillo che acciuffava le sue prede per portarle in mare. Il re colse la palla al balzo per rendere ufficiale questa condanna ed intimorire gli eventuali malfattori.

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A tal riguardo sono state condotte innumerevoli ricerche ed è emerso che l’animale è rimasto per oltre 150 anni nei sotterranei del Museo di San Martino. Prelevati alcuni frammenti che serviranno per datare il coccodrillo.

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