Zanzare, le punture non saranno più un problema: la scoperta che ribalta tutto

Sono gli insetti più odiati dell’estate, in grado di rovinare le serate con la loro presenza. Le zanzare potrebbero, tuttavia, presto diventare innocue.

Zanzare ricerca innocue
Zanzare (Pixabay)

Con l’arrivo dell’estate, puntuali ogni anno, arrivano anche loro, le zanzare. Insetti che risultano fastidiosissimi, con il loro rumore inconfondibile e soprattutto le loro punture che provocano irritazione e prurito.

In natura ne esistono più di 3000 specie, anche se sono solo 200 quelle che pungono gli esseri umani. Animali prettamente notturni, si “risvegliano” durante le ore crepuscolari, infestando non solo i nostri giardini ma anche le abitazioni. A pungerci sono tuttavia solo le femmine, che hanno bisogno delle proteine contenute nel nostro sangyue per poder produrre le loro uova.

Dagli anni Novanta, tuttavia, anche il resto delle ore diurne non sono al riparo dalla loro presenza, poichè ormai anche in Italia troviamo esemplari di zanzare tigre, così chiamate per il corpo ricoperto di striature bianche e nere e che sono attive nelle ore più fresche del giorno. Una ricerca, però, fa ben sperare per un futuro senza i loro fastidiosi morsi.

Zanzare: in futuro non ci morderanno più. Perchè?

Una ricerca durata quattro anni durante un dottorato all’Università di Pavia, i cui risultati sono stati presentati solo di recente, ha mostrato quanto la situazione in futuro potrebbe cambiare radicalmente. A fare questa scoperta clamorosa, una ricercatrice di 27 anni.

Le scienziate hanno esaminato la struttura delle proteine che, unite alla saliva delle femmine di zanzara, ne trasformano le labbra nell’arma che riesce a penetrare nei nostri strati dell’epidermide, succhiandoci il sangue. Intervenendo quindi sulla proteina, si riuscirebbe quindi a rendere innocui gli insetti, evitando che riescano a pungerci. Una scoperta non da poco, e che apre a diversi scenari futuri.

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Al contrario di quanto si pensi, infatti, le zanzare non possiedono pungiglione, ma è l’interazione tra la suddetta proteina e l’irrigidimento delle loro labbra a provocare il fastidioso morso. Intercettando quindi il tipo di proteina e il recettore dell’animale, si potrebbe bloccarne il meccanismo.

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