Scoperta archeologica: un nuovo rinvenimento ribalta completamente la storia

Scoperta archeologica: un nuovo rinvenimento ribalta completamente la storia. Emersi alcuni aspetti ancora del tutto sconosciuti. 

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Vallo di Adriano (Foto da Instagram)

La storia è l’unico e potente mezzo che abbiamo a disposizione per conoscere il vissuto dei nostri avi, per capire quali sono stati i loro usi e costumi in un passato per noi lontanissimo. Dietro ogni scoperta archeologica vi è un lavoro lungo e scrupoloso da parte di esperti del settore che, cercano minuziosamente, in ogni angolo della terra qualcosa da riportare alla luce.

Sotto di noi si nascondono tesori nascosti, misteri ancora tutti da scoprire. Risposte ad eventuali domande aperte sulla vita prima di noi. Ciò di cui sto per parlarvi mette fornisce qualche informazioni aggiuntiva su un periodo storico ancora molto intricato: la cosiddetta Età del Ferro. Cerchiamo di fare chiarezza.

Sensazionale scoperta archeologica: tutto ciò che ancora non conosci sull’Età del Ferro e sulle comunità indigene

Con Età del Ferro si indica un periodo della preistoria in Europa che, come dice la parola stessa, era caratterizzato in prevalenza dall’uso del ferro da parte dei nostri avi. In modo particolare, questi, si ingegnavano nella fabbricazione di armi ed utensili.

 

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Una recente scoperta ha evidenziato che nel Regno Unito e nella vicina Scozia vi sono oltre 130 insediamenti nei pressi di quello che viene definito Vallo di Adriano. Di cosa stiamo parlando? Si tratta di una imponente costruzione muraria (datata 122 d.C.) rappresentativa del confine a nord dell’Impero Romano.

L’imperatore Adriano fece costruire la fortificazione per proteggere la città dalle incursioni da parte dei nemici. Ma non è tutto, perché si desume che possa essere stato utilizzato anche come una sorta di dogana per le tratte commerciali. L’aspetto che ha maggiormente colpito gli archeologi, però, è come la supremazia romana abbia influenzato la vita delle comunità indigene. 

I primi studi hanno evidenziato che le vicine popolazioni erano solite, ad esempio, dedicarsi alla vita dei campi. Il terreno, infatti, era utilizzato in prevalenza per il pascolo e per l’insediamento. Analizzati e campionati non singolarmente, ma in una sfera complessiva permettono una conoscenza ad ampio spettro delle genti indigena.

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Le ricerche proseguono senza interruzione anche grazie ai potenti mezzi offerti dalla tecnologia. Infatti con l’ausilio del carbonio è possibile ottenere una datazione pressoché precisa.

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