Strage di Capaci: tutto quello che non quadra nell’assassinio del giudice Falcone

Oggi ricorre il trentennale di una delle più sanguinose stragi di mafia: quella di Capaci. A morire furono 5 persone tra le quali il giudice Falcone. Qualcosa però non torna.

Strage capaci morte falcone
Giovanni Falcone (screenshot Instagram)

Sono le 17.57 del 23 maggio 1992, quando sull’autostrada A29, nei pressi di Capaci, con una carica di tritolo di 500 chili, la mafia fa saltare in aria le macchine del giudice Giovanni Falcone e della sua scorta, causando cinque morti e segnando una delle pagine più angoscianti e tragiche della Storia moderna italiana.

Un attentato vigliacco e sanguinoso, quello in provincia di Palermo, che uccide anche la moglie del magistrato Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo e causa il ferimento di altre 23 persone.

Ufficialmente la strage fa parte della “strategia della tensione”, ma ci sono molti, troppi punti oscuri che ancora aleggiano su quanto accadde quel maledetto giorno di primavera del 1992. “E’ solo mafia, questa?” si chiede il giorno dopo Oscar Luigi Scalfaro parlando alla Camera, nel ricordare le vittime.

Capaci: quegli interrogativi sui colpevoli e il mistero dell’esplosione

E’ quanto si domanda e analizza il podcast del Fatto Quotidiano, Mattanza. Le stragi del ’92 hanno risvolti inquietanti e sono ancora, in parte, avvolte dal mistero. Presagi di cui parla un detenuto del carcere di Firenze, Elio Ciolini, con una lettera indirizzata ai giudici di Bologna nei primi giorni di marzo, parlando di “eventi intesi a destabilizzare l’ordine pubblico”. Pochi giorni dopo Salvo Lima, collaboratore di Giulio Andreotti, verrà assassinato.

 

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C’è poi il mistero sulla messa in opera della strage, difficile da realizzare eppure perfettamente riuscita, con l’auto del magistrato siciliano che non andava certo lentamente, su quel tratto di autostrada, ma piuttosto spedita. Una pista mai seguita ipotizza un secondo commando oltre a quello di Giovanni Brusca. “Una strage che sembra compiuta da ingegneri” si sente nel podcast.

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E infine, chi ha violato i computer di Falcone a un mese di distanza dalla sua scomparsa e perchè sono stati modificati i file su Gladio, la struttura attiva durante la guerra fredda nel nostro Paese? Interrogativi che lasciano un brivido lungo la schiena.

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