Telegram, il fondatore ‘avvelena’ Putin: una speranza in più per i popoli della Terra

Telegram, il fondatore del noto social network ‘avvelena’ Putin: una speranza in più per i popoli della Terra. I dettagli. 

Telegram Putin
Pavel Durov, fondatore di Telegram (Foto da Instagram)

Pavel Durov è il fondatore di Telegram. Nasce in Russia, ma compie tutti i suoi studi in Italia – precisamente a Torino. E’ tra gli uomini under 40 più ricchi ed influenti del mondo, con un patrimonio da far girare la testa.

Nel 2006 ha fondato un social network in Russia, ma è stato costretto a causa di alcune controversie politiche a lasciare il suo paese. Oggi, infatti, si è trasferito nell’isola da sogno di Saint Kitts.

I suoi problemi con il governo russo hanno inizio nel 2012 quando si rifiutò categoricamente di chiudere alcuni gruppi – nati all’interno del suo social – intenti ad organizzare marce di protesta contro il Cremlino.

Telegram, Pavel Durov si scaglia contro Putin e il Cremlino

 

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Ma non finisce qui, perchè Pavel fu altrettanto categorico quando i russi di Putin gli chiesero di poter condividere con il governo il nome di alcuni degli utenti di quei famigerati gruppi di protesta.

Nel 2013 Durov fonda il celeberrimo Telegram, social di gran moda in tutto il mondo. Rispetto alle altre piattaforme ci sono delle sostanziali differenze, come ad esempio l’assenza dei famosi algoritmi che gestiscono Instagram, ad esempio.

Telegram è molto libero e il fatto di non essere controllato e mediato permette anche la nascita di gruppi di dubbia moralità. In questo il CEO non è mai stato contrario, perchè un fermo sostenitore che la vera libertà possa arrivare mediante la tecnologia.

Cosa succede adesso con la guerra in corso? Due settimane fa Pavel aveva annunciato di voler chiudere il social temporaneamente per la Russia e per l’Ucraina a causa della diffusione di notizie false. 

In realtà è stata proprio la Russia di Putin a iniziare questa politica di cattiva informazione, diffondendo a macchia d’olio su Telegram una serie di fake news. Lo scopo è sempre lo stesso: incitare l’odio verso il diverso.

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Non ci resta che attendere quale sarà la prossima mossa del CEO di Telegram che non ha mai nascosto di provare una profonda avversione nei confronti di Putin.

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