Patty Pravo, quei momenti terribili che l’hanno segnata: “Un dolore assurdo”

La celebre cantante veneziana ripensa a un periodo durissimo della sua vita, in cui pensava di essere finita. Patty Pravo racconta come è riuscita a superarlo.

Patty Pravo (Instagram)
Patty Pravo (Instagram)

E’ la voce indimenticabile di alcune delle canzoni d’amore più struggenti, riconoscibilissima per il look caratterizzato dai lunghissimi capelli blatinati. Parliamo ovviamente di Patty Pravo, splendida 73enne per la quale il tempo sembra non voler passare più.

Nata a Venezia nel 1948, viene affidata piccolissima dai genitori ai nonni, che assecondano la sua passione per la musica facendole studiare danza e pianoforte presso il teatro La Fenice. Nel 1962, in seguito alla morte del nonno, scappa di casa ad appena 14 anni, andando a Londra. Il soggiorno dura lo spazio ci qualche giorno, visto che torna in Italia stabilendosi definitivamente a Roma.

E’ qui che qualche anno più tardi la scopre l’agente Alberico Crocetta, mentre balla nel noto locale notturno capitolino. Nasce così “La ragazza del Piper”. Secondo Renzo Arbore, presente quella sera, merito della scoperta si deve a Luigi Tenco, che la invitò al tavolo dove erano seduti.

Corre l’anno 1966, e da quel momento la carriera della cantante non si è più interrotta, sfornando pezzi entrati nella storia della musica italiana, come Ragazzo Triste e Bambola. Sembra una fiaba ad occhi aperti, vero? Nemmeno per sogno.

Patty Pravo e quel periodo terribile: “Notti interminabili…”

Già, perchè da quanto ha raccontato in un’intervista, non è stato sempre tutto rose e fiori. L’artista ha infatti attraversato un momento orribile, in cui è dovuta anche ricorrere ai medicinali.

 

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“Non riuscivo a respirare. Non capivo niente. Ho creduto di morire. Non dormivo più, i farmaci erano come acqua, le notti interminabili, a fissare il soffitto credendo di impazzire” ha raccontato, ricordando il periodo durante il quale ha sofferto di attacchi d’ansia e di panico.

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Fortunatamente, ne è poi uscita: “Una mattina mi sono alzata, ho aperto la porta e mi sono infilata in cucina. Nella dispensa c’erano solo un cartone di latte e dei Pavesini, ho iniziato a mangiare e sono tornata a vivere”.

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