Per tutti gli appassionati del vintage che passerebbero intere giornate tra le bancarelle di antiquariato… è arrivata una buona notizia per voi! Esiste un francobollo imperdibile, scopriamo come riconoscerlo.
Una guida nel mondo dei francobolli sia per chi è alle prime armi che per veri intenditori. Se vi è capitato almeno una volta di passeggiare tra le bancarelle di un mercatino di antiquariato vi sarà sicuramente saltato all’occhio la vastità di pezzi considerati ormai da collezione e non più utilizzabili, tra questi vi sono anche i francobolli.
Piccoli pezzettini di carta con all’interno una serie di informazioni indispensabili per permettere l’interscambio di informazioni, i francobolli hanno rappresentato per le generazioni passati i nostri cellulari, ovvero dei mezzi per recapitare un messaggio. Ogni francobollo infatti, pur essendo di dimensioni veramente ridotte, riesce a raccontare una storia unica. La data di emissione, la città di provenienza e il prezzo la dicevano lunga su coloro che li utilizzavano solitamente.
Alla ricerca del francobollo vincente, seguite le nostre indicazioni per trovarlo
Ed è proprio per via dell’evoluzione tecnologica e il cambio generazionale che questi piccoli contenitori di storie sono passati sempre meno di mano in mano fino a quasi scomparire del tutto, poiché ad oggi – purtroppo – nessuno scrive e spedisce più una lettera per posta.
Ebbene è proprio questo il momento giusto per fare delle indagini, prima che questi oggettini da collezione spariscano per sempre. Stando al parere degli esperti in materia è possibile trovare una partita di francobolli risalente al 1860 che varrebbe una fortuna per il portafoglio.
Dalla data di emissione, questi francobolli nascono quasi in simbiosi con il governo di Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Entrambi decisero di comune accordo di apporre delle modifiche a questi piccoli adesivi cambiando la lettera T con una G. Un dettaglio apparentemente difficile da scovare, dato che i pezzi ancora in vita sono veramente ridotti ad un numero limitato.
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Ma per i fortunati che ne possiedono uno o per coloro che riescono a recuperarne uno in una delle bancarelle di paese, il compenso economico attribuito a questi ultimi esemplari è pari a una somma maggiore di 10 mila euro. Pronti alla caccia al tesoro?