Carlo Verdone e l’incredibile aneddoto natalizio: non accadeva da anni – VIDEO

Carlo Verdone ha raccontato un aneddoto divertente sugli auguri ricevuti la sera della Vigilia di Natale da vecchi amici che non sentiva da tanto tempo

Carlo Verdone
Carlo Verdone (Instagram)

Carlo Verdone attore, regista, sceneggiatore, batterista, scrittore e comico romano, ci ha fatto ridere per anni con le sue pellicole divertenti, i suoi spettacoli e le sue battute. Ha prodotto molti film nei quali ha anche recitato come protagonista al fianco di grandi nomi del cinema italiano, come Alberto Sordi e Margherita Buy.

Negli anni, grazie al suo lavoro straordinario, è diventato uno dei maggiori nomi del panorama cinematografico italiano e proprio per questo ha collezionato una serie di premi, ben nove David di Donatello, con molte altre nomine al prestigioso premio, undici Nastri d’argento e molti altri.

L’aneddoto divertente della Vigilia di Natale

E’ capitato a tutti prima o dopo nella vita di ricevere i famosi messaggi, ormai divenuti uno stereotipo, “Anche a te e famiglia“, classico di chi non ha voglia di stare a scrivere un messaggio più completo per farti gli auguri, oppure di trovare un messaggio di una persona di cui non si hanno notizie da tanti anni.

Carlo ha voluto raccontare il suo aneddoto sui messaggi stereotipo del Natale. Nel video il comico racconta come si sia ritrovato a parlare con amici di vecchia data, solo per gli auguri di Natale, che non sentiva da moltissimo tempo e che non si ricordava nemmeno che faccia avessero, d’altronde trent’anni sono molti, trent’anni in cui Carlo ha fatto la sua carriera.

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Dice che coloro che gli hanno fatto gli auguri in questi giorni, sono persone che non sentiva ne vedeva da trent’anni, uno di loro addirittura da ben trentotto anni. Racconta di come siano cambiate le loro voci, “Prima le loro voci erano squillanti. A Carlo che facciamo pijamo la Vespa…” e che oggi ha sentito delle voci vecchie, uno di loro addirittura porta la dentiera e mentre parlava lo si capiva benissimo, e che si è subito posto il quesito “Ma anche io parlo così?”. 

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