Omicidio Willy, un pentito svela la verità: “Hanno mentito”

Mancano solo venti giorni all’inizio del processo per il delitto di Willy Monteiro: un pentito accusa tre aggressori di falsa testimonianza.

In memoria di Willy(Photo by Andrea Ronchini/NurPhoto via Getty Images

L’omicidio di Willy Monteiro è stato uno dei casi di cronaca che ha più scosso le coscienze nel drammatico 2020. Il 21enne cuoco assassinato a calci e pugni a Colleferro, cittadina alle porte di Roma, per aver tentato di difendere un suo amico da un’aggressione.

Il giovane di origine capoverdiana, che lavorava come cuoco, ha ricevuto postuma la Medaglia d’Oro al Valor Civile dal Presidente della Repubblica. A seguito delle indagini effettuate, gli inquirenti hanno accusato del brutale pestaggio quattro giovani.

Si tratta di Gabriele e Marco Bianchi, di Mario Pincarelli e di Francesco Belleggia, giovani di Artena, un’altra cittadina della provincia di Roma.
I primi tre erano già noti alle forze dell’ordine per pestaggi e spaccio, mentre il quarto era ancora incensurato.

Proprio lui oggi ha deciso di parlare e di accusare i tre complici, che a loro volta lo avevano indicato come il responsabile del calcio sferrato a Willy mentre cercava di rialzarsi da terra.

L’accusa del pentito: false dichiarazioni

Francesc Belleggia, che si è pentito del crimine commesso, ha accusato i tre complici di falsa testimonianza. I tre avevano indicato proprio lui e Marco Bianchi come autori dei calci “finali”, quindi potenzialmente gli omicidi “materiali” del giocane Willy.

Infatti in sede di acquisizione delle testimonianze, i tre erano stati concordi nell’individuare Belleggia come responsabile.

Giustizia per Willy Monteiro -Photo by Andrea Ronchini/NurPhoto via Getty Images

Dichiarazioni come

Ho potuto notare il Belleggia caricare un calcio che non so se sia andato a segno ma in contemporanea ho sentito un tonfo

oppure

Quando il giovane Willy è caduto a terra ha tentato di rialzarsi ma, mentre lo stava facendo, ho visto Belleggia avvicinarsi a lui e tirargli con forza un calcio dal basso verso l’alto al viso

pesano come macigni sulla condizione processuale di Belleggia. Per questo motivo il giovane accusato ha tentato di scagionarsi accusando di falso gli altri inquisiti.

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Potrebbe essere vero, come potrebbe trattarsi di una strategia processuale per cercare di confondere le acque, giovandosi anche dello status di unico incensurato del gruppo.

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Tra venti giorni avrà inizio il processo ed i giudici avranno il dovere di valutare anche questa circostanza per dare giustizia alla vittima.

 

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