Max Pezzali e le donne: “Ho una collezione di due di picche invidiabile”

Max Pezzali si racconta in una intervista, il cantante svela di aver avuto una lunga scia di insuccessi sentimentali

Max Pezzali
Max Pezzali (foto da profilo ufficiale Instagram)

Chiunque sia nato tra la metà degli anni ’70 e l’inizio dei ’90, nella colonna sonora della propria giovinezza annovera sicuramente le canzoni di Max Pezzali. Prima con gli 883, poi da solista, il cantante pavese ha raccontato in maniera ineguagliabile la quotidianità di tutti noi, le prime irripetibili esperienze di vita, gli amori, gli amici.

Protagonista assoluto degli anni ’90, che lui definisce ‘il mio decennio formidabile’, ha raccolto tutte le sue esperienze e i suoi ricordi in un libro, che ha presentato a ‘Verissimo’. Nello studio della Toffanin, si è raccontato in una lunga intervista, mettendosi a nudo e svelando aneddoti, con la consueta semplicità e ironia.

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Max Pezzali e i vecchi amori: “Quanti due di picche, ma ecco a cosa mi sono serviti”

Sui suoi amori di gioventù, con grande autocritica ha spiegato: “Ho una collezione di due di picche invidiabile. Chi non è particolarmente attraente non arriva subito, ma col tempo. Ho imparato la tecnica dell’affabulazione: dove non arrivi con il fascino puoi arrivare con la simpatia e l’intelligenza”.

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Max in tal senso svela anche uno dei suoi ‘trucchi’ del mestiere: “Scrivevo lettere d’amore, mi ha aiutato a scrivere canzoni. E’ stato un banco di prova essenziale. Ho messo alla prova la mia capacità di sintesi per arrivare al cuore dei sentimenti senza dilungarmi troppo”.

Oggi, Max ha un figlio pre-adolescente. Del loro rapporto, spiega: “Cerco di non creare barriere e fargli capire che può fidarsi di me. Mi piace coccolarlo, sono un papà dolce, anche se fatico a prendere coscienza del fatto che sta crescendo sebbene io lo veda ancora come un bambino. Com’ero da ragazzo? Provavo a imitare i miei idoli davanti allo specchio. Una voce nella testa mi diceva che ero un cretino. E mi serve ancora oggi per non prendermi troppo sul serio”.

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