Forse è stata una delle attrici italiane più amate: Laura Antonelli è morta ormai otto anni fa, ma la ricordiamo per la sua vita incredibile.
Sono passati otto anni da quando Laura Antonelli venne stroncata da un infarto a Ladispoli: aveva 73 anni e dal 1991, anno in cui di anni ne aveva compiuti cinquanta, aveva scelto di allontanarsi dal mondo del cinema. Eppure, sebbene siano passati ormai oltre 30 anni dal suo addio a quel mondo, l’attrice viene ricordata ancora oggi per ruoli che hanno fatto la storia del cinema italiano. In particolare è col suo primo, vero ruolo da protagonista che ha ottenuto il grande successo.
Icona indimenticabile del cinema italiano: Laura Antonelli
Dopo diverse apparizioni e il ruolo di moglie del violoncellista nel film Il merlo maschio, con Lando Buzzanca, è infatti il 1973 quando Salvatore Samperi la sceglie nel ruolo di protagonista del film Malizia, pellicola che le vale sia il Nastro d’argento come migliore attrice protagonista che il Globo d’oro all’attrice rivelazione dell’anno. Si tratta, di fatto, di un caso unico nel nostro cinema: viene premiata la protagonista di un film erotico, il cui successo è gran parte merito della sua interpretazione. Quasi 12 milioni di italiani andarono a vedere il film al cinema e così Malizia è una delle pellicole nostrane più viste di sempre.
Seguirono una serie di film che l’hanno resa iconica come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, Sessomatto di Dino Risi, Peccato veniale di Salvatore Samperi, Passione d’amore di Ettore Scola e La venexiana di Mauro Bolognini, ma anche commedie come Grandi magazzini di Castellano e Pipolo e Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Nella sua vita privata, un matrimonio fallito e una tormentata storia d’amore con Jean Paul Belmondo, ma soprattutto una vicenda che ne segnerà di fatto l’addio alle scene e il ritiro a vita privata.
Le accuse di spaccio di cocaina, l’intervento di chirurgia estetica e il ricovero al CIM
In realtà le cause di quell’addio alle scene furono due e a distanza di poco tempo: il 27 aprile 1991, Laura Antonelli venne sorpresa in casa con 36 grammi di cocaina e venne imbastito un processo che portò a una condanna in primo grado a tre anni e sei mesi di reclusione, con l’accusa di spaccio. L’attrice sostenne sempre che lo stupefacente era per uso personale e solo nel 2000 arrivò la sentenza secondo la quale, essendo consumatrice abituale di droga, non poteva essere accusata di spaccio.
Sempre nel 1991 sta lavorando a Malizia 2000, sequel dell’iconica pellicola che la rese famosa, per la regia sempre di Salvatore Samperi. In quel periodo, si sottopose ad alcuni interventi di chirurgia estetica, che a suo dire le avrebbero dato delle reazioni avverse. Ne seguì una vicenda giudiziaria, ma venne alla fine rigettato il risarcimento, poiché si scoprì che l’attrice era affetta da edema di Quincke. Dopo quella vicenda, entrò in depressione e venne anche ricoverata nel CIM di Civitavecchia.
Seguì un nuovo processo, stavolta contro il ministero della giustizia, e la Antonelli in Cassazione ottenne oltre 100mila euro di risarcimento. In quegli stessi anni, accusò il figlio adottivo, Germano Randi, e la sua ex badante, Nina Sartorio: secondo Laura Antonelli, in più occasioni le avrebbero sottratto denaro e avrebbero tentato di vendere immobili di sua proprietà, senza che l’attrice vedesse un solo centesimo. Dimenticata praticamente da tutti, è morta di infarto il 22 giugno 2015: di fatto, solo dopo la sua morte, è tornata a vivere soprattutto tra la gente che l’aveva amata per i suoi ruoli al cinema.