“I primi al mondo”: Padova, trapianto con cuore fermo da 20 minuti

“I primi al mondo”: Padova, effettuato un trapianto di cuore con organo fermo da 20 minuti. Una notizia strepitosa. 

Trapianto di cuore a Padova
Medico (Foto da Pixabay – Ultimaparola.com)

Negli ultimi decenni ci sono stati davvero incredibili progressi in campo medico, specialmente nei trapianti di cuore le cui tecniche sono diventate sempre più avanzate e sofisticate. Proviamo a riassumere quelli che sono stati i progressi più significativi che vedono, come detto in precedenza il miglioramento delle tecniche chirurgiche. 

Vi è una migliore gestione anche del paziente che è in attesa di ricevere il trapianto: sono stati valutati al meglio i rischi e questo ha portato anche ad una maggiore sopravvivenza. Inoltre non possiamo non citare le terapie antirigetto che col tempo sono diventate molto più tolleranti per la paziente. 

Per non parlare poi delle tecnologie dei dispositivi: si è parlato anche di utilizzare un cuore artificiale al posto di quello vero. Ma veniamo alla notizia delle ultime ore che ha interessato il nostro Paese e in modo particolare l’azienda ospedaliera di Padova che ha portato avanti un’operazione mai vista prima. Un primato al mondo. 

Padova, trapianto di cuore effettuato in circostanze straordinarie. Primato al mondo

Trapianto di cuore a Padova
Medico (Foto da Pixabay – Ultimaparola.com)

Come si accennava in precedenza, negli ultimi anni sono stati portati avanti significativi sviluppi nel campo dei trapianti e che hanno portato a te gli effettivi miglioramenti nella qualità di vita del paziente. È stato registrato un intervento mai visto prima e che ha visto alla cessazione dell’attività dell’organo per 20 minuti. 

Non è la prima volta che viene eseguito una trapianto di cuore con questo firmo per pochi minuti. A spiegarci quanto accaduto è stato proprio il direttore della cardiochirurgia dell’ospedale di Padova: i primi al mondo ad utilizzare un cuore che aveva smesso di battere per un lasso di tempo così lungo. 

Secondo la legge italiana, infatti, un prelievo di questo genere viene considerato da cadavere. È trapelato che il donatore in questione fosse stato colpito da quella che viene definita “morte cardiaca” che ha portato successivamente anche a gravissimi danni cerebrali. Solo per questa ragione non mi è stato alcun tipo di accanimento terapeutico sul paziente

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