Omicidio Rosina Carsetti: ergastolo al nipote, scarcerata la figlia

Arrivata poco fa la sentenza di primo grado per l’omicidio di Rosina Carsetti, avvenuto la vigilia di Natale del 2020, a Montecassiano, nelle Marche.

2 anni arianna orazi
foto dal web

Una vicenda di continue violenze domestiche, culminata con un delitto commesso d’impeto, ma che è appunto figlio di quelle violenze. In questo modo, secondo i giudici, è riassumibile la vicenda della morte di Rosina Carsetti, l’anziana uccisa a Montecassiano, in provincia di Macerata, alla vigilia di Natale del 2020. Mentre le altre famiglie preparano tutto per il cenone, in in una casa della provincia maceratese si consumava un tremendo delitto.

Sul banco degli imputati c’erano tre persone: il vedovo 80enne di Rosina Carsetti, Enrico Orazi, sua figlia Arianna e il nipote dell’anziana coppia, Enea Simonetti, che di anni ne ha oggi 22 e dunque all’epoca dei fatti era appena ventenne. A quasi due anni da quei fatti, arriva oggi la sentenza di primo grado.

Chi ha ucciso Rosina Carsetti? La sentenza di primo grado

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Una sentenza che per certi versi è destinata a far molto discutere: per l’omicidio dell’anziana donna, infatti, è arrivata una sola condanna, l’ergastolo, per uno dei componenti del trio che era sul banco degli imputati. Gli altri due soggetti coinvolti nella vicenda sono stati assolti per non aver commesso il fatto e se la sono cavata con pene davvero blande.

Secondo i giudici, infatti, che hanno pronunciato la sentenza nel primo pomeriggio di oggi, a uccidere Rosina Carsetti sarebbe stato soltanto il nipote, che avrebbe agito d’impeto. Nessuna premeditazione, ma arriva la condanna all’ergastolo per il 22enne, in quanto il delitto ha diverse aggravanti: avere ucciso un’ascendente, la nonna appunto, averlo fatto per futili motivi e aver approfittato dell’età avanzata della donna, che dunque non ha potuto difendersi.

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Ben più lievi, come detto, le condanne per gli altri due imputati: nessun concorso in omicidio sia per Enrico Orazi che per sua figlia Arianna, ma entrambi sono stati condannati a due anni con pena sospesa, esclusivamente per simulazione di reato. Cadute per tutti anche le altre accuse. Quando la donna chiamò le forze dell’ordine quella sera del 24 dicembre 2020, sostenne che in casa vi fosse stata una rapina.

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Una bugia della quale gli inquirenti si resero subito conto e in poco tempo il castello costruito dal terzetto crollò, facendo emergere la tremenda verità: si trattava di un delitto commesso in ambito domestico. Per Arianna Orazi, la notizia è che già da oggi, essendo sospesa la pena, potrà tornare libera. Nel corso del processo, suo figlio Enea aveva puntato il dito contro di lei e contro il nonno, ma per i giudici è lui l’unico responsabile del delitto.

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