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Cronaca

Ritrovato il corpo di un giovane escursionista. Le ricerche erano durate a lungo

Pubblicato da
Chiara Longo

La squadra di soccorritori preposta aveva scandagliato la zona in cui l’uomo si era recato lo scorso luglio.

Ande peruviane
Ande peruviane (Facebook)

Si tratta di un tragico epilogo quello che ha visto come protagonista purtroppo un giovane uomo che dal 4 luglio era dato per disperso.

L’allarme era stato dato subito da un’amica, preoccupata per il fatto di non averlo visto rientrare. L’ultima volta che aveva dato sue notizie era stato, per l’appunto, tramite un messaggio vocale mandato a una conoscente di nome Lisa Abregu Arroyo.

Poi, il silenzio; per molto tempo, infatti, il suo cellulare ha squillato a vuoto. Così, dopo la denuncia alla polizia, erano iniziate le lunghe ricerche e sul posto era giunta la Croce Rossa, e, pochi giorni dopo, anche il padre della persona scomparsa.

Ci stiamo riferendo, quindi, ad Alberto Fedele, di origine pavese che questa estate si trovava in Perù, coinvolto in un programma promosso dall’organizzazione We World.

Il trentenne in questione, per la precisione, era nel comune di Urubamba, situato nella Regione di Cusco. Secondo quanto ha assicurato chi lo conosceva, quindi, Alberto aveva detto di voler fare del trekking sulle Ande peruviane.

Tanti, perciò, i momenti di tensione che hanno decisamente messo in ansia famigliari e amici. Tuttavia, è di poche ore fa la notizia ormai confermata, che il corpo esanime ritrovato si tratta proprio dell’ingegnere trentenne.

È stato giustappunto Marco Chiesara, nonché presidente della già menzionata ong, ad avvisare l’Ansa che la salma congelata, rinvenuta il 16 settembre, appartiene al cooperante di Voghera.

Gli altri particolari

I soccorritori, peraltro, un mese fa avevano scambiato un altro corpo per il suo. Ora, però, non ci sono più dubbi dell’identità del cadavere trovato nei pressi della laguna di Juchuyocha.

Una foto recente di Alberto Fedele (Facebook)

Stando alle prime ricostruzioni, d’altra parte, sembrerebbe che l’ipotesi considerata veritiera sia che Alberto, per qualche ragione, sia fatalmente scivolato durante l’escursione.

In particolare, inoltre, l’identificazione sarebbe stata aiutata anche dal riconoscimento dei vestiti, decisamente simili a quelli che indossava e anche dallo zaino della stessa forma e dimensione che aveva Alberto.

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Fedele, prima di partire per il progetto europeo Aid Ue, lavorava in una cooperativa in provincia di Rimini. Al compimento dei trent’anni, invece, aveva deciso di prendersi un anno sabbatico per fare un’istruttiva esperienza all’estero, in qualità di volontario.

Chiara Longo

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Chiara Longo