Anziano signore ritrovato a Como con una profonda ferita alla gola. Il cadavere era in macchina, era un pensionato senza fissa dimora.
La bella cittadina che affaccia sul lago di Como si è svegliato con un orrore incredibile. Gli inquirenti hanno trovato un anziano di circa 70 anni chiuso in un’automobile. Aveva la gola tagliata e giaceva esanime da molto tempo. La dinamica fa seguire la pista di un probabile omicidio.
Purtroppo la provincia lombarda si fa teatro dell’ennesimo terrore in piena estate. La cronaca nera imperversa sui quotidiani. Non è il primo caso accaduto nel giro di poche settimane. La notizia dell’orrore del 70enne si accompagna agli altri fatti successi sempre a Como.
La vittima non è ben conosciuta e ancora non si risale alla sua identità. Era un senza tetto e non si dà per certo che l’auto appartenga a lui. I carabinieri lo hanno ritrovato riverso e sgozzato. Una scena che ancora non ha risposta proprio perché era un clochard.
Anziano trovato con la gola tagliata in auto, i carabinieri indagano
L’auto era parcheggiata a fianco di una strada di passaggio. Quella mattina un uomo camminava tranquillamente quando è stato aggredito alla gola da un coccio di bottiglia rotta. Immediatamente ha dato l’allarme e gli inquirenti hanno fatto la macabra scoperta.
Spostandosi di poche centinaia di metri un auto solitaria aveva attirato la loro attenzione. Avvicinatosi avevano scoperto l’anziano sgozzato.
L’uomo colpito ha delineato la figura di un giovane che si aggirava nei dintorni. E’ stato identificato e subito arrestato. Non si esclude sia lui il fautore omicidio dell’anziano signore. Si aveva notizia anche di un ragazzo che aveva colpito un bambino che si trovava per fortuna con lo zio.
Il giovane arrestato è Omar Querenzi, 33enne di Albiolo un paesino limitrofo. Gli inquirenti credono sia lui l’esecutore di tutte queste aggressioni. La sua fedina penale è già sporca. Le forze dell’ordine hanno avuto modo di arrestarlo anche precedentemente.
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Il database asserisce che 8 anni fa era stato mandato in carcere per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Evidentemente la violenza fa parte della vita del pregiudicato. Per ora rimangono ancora dubbi e le verifiche continuano per risalire alla verità.