Il reo confesso ha affermato di avere ammazzato la consorte per un motivo preciso. Intanto per ora è stato di fermo.
Un delitto di cui stavolta, nonostante sia accaduto soltanto mercoledì di questa settimana, si conosce già il colpevole, dato che è stato proprio lui a chiamare i carabinieri e a confessare.
Una situazione che, però, è nuovamente rappresentante del problema della violenza sulle donne del quale si parla molto, ma che ancora rimane ampiamente da risolvere.
Ma, a questo punto, vediamo di entrare nel dettaglio di questa drammatica vicenda che è accaduta a Trasta, una frazione di Genova, e più precisamente in in via della Riviera. Secondo quanto è stato riportato, quindi, l’omicidio si deve essere verificato nel tardo pomeriggio.
I protagonisti di questa scena tragica hanno dei nomi, cioè Sebastiano Cannella e la moglie di lui Marzia Bettino. L’uomo, verso i sessant’anni d’età, ha deciso di chiamare il 112 e di affermare chiaramente di avere ucciso la consorte.
Poco dopo, perciò, sono giunti i militari del Nucleo radiomobile per accertarsi di ciò che era stato loro riferito. Il reo confesso, quindi, avrebbe violentemente strangolato la donna, fino a ucciderla.
In seguito, forse in stato confusionale, avrebbe vagato nei pressi della Val Polcevera, e proprio da lì ha poi telefonato alle forze dell’ordine per parlare di ciò che aveva appena fatto.
Gli altri dettagli della vicenda
Le pattuglie, come si è scritto in precedenza, sono poi giunte sul posto indicatogli e hanno poi portato l’uomo al Comando provinciale di Forte San Giuliano per interrogarlo ulteriormente.
Dopo aver riposto ad alcune domande, quindi, si è scoperto che tra la coppia c’erano dei problemi incolmabili che li stavano inesorabilmente conducendo alla separazione.
Inoltre, già in passato, l’assassino, che lavora in qualità di operaio, avrebbe denunciato la moglie a causa di minacce, invece, la Bettino non avrebbe mai sporto denuncia alcuna nei confronti del compagno.
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Cannella, quindi, ha affermato che non ce la faceva più e che probabilmente è stato un gesto di disperazione. In realtà, per ora, c’è ancora bisogno di conoscerne i dettagli, e sarà il procuratore Federico Panichi a entrare nei particolari del caso. Quello che si sa almeno è che i due hanno due figli che non erano presenti nel momento dell’omicidio.