Polstrada, non c’è giustizia per l’agente morto durante il servizio. Cosa sta succedendo

Una spiacevole situazione che è stata portata avanti per svariato tempo e che però ancora oggi non ha ancora la sperata risoluzione.

Polizia stradale
Polizia stradale (Facebook)

Ci sono alcune vicende drammatiche che purtroppo non riescono subito a ottenere una risoluzione o quella sperata giustizia che si meriterebbero.

Il bilancio delle morti bianche, in effetti, anche in Italia è veramente preoccupante, basti solo pensare che già quest’anno se ne è verificato un numero spropositato e sparso in diverse regioni nostrane.

In questo caso, però, si tratta di un triste episodio di cui si è parlato anche in precedenza e che ha occupato le pagine di numerose testate giornalistiche.

Un fatto di cronaca, quindi, che, in realtà, non si può certo definire recente, anzi, forse molti si ricordano che accadde ben più di cinque anni or sono.

Naturalmente, c’è un motivo importante per cui ancora oggi si ritorna a parlarne. In particolare, soprattutto perché, a distanza di più di un lustro, non è stata effettivamente ancora fatta giustizia per il decesso di Francesco Pischedda.

Nel dettaglio, quest’ultimo era un poliziotto di neanche trent’anni d’età che morì in una circostanza tragica. Ci stiamo riferendo, quindi, all’agente che perse la vita a Colico mentre stava inseguendo un malvivente moldavo, precipitando da un cavalcavia della strada Super 36.

Gli altri dettagli della vicenda

Da qualche tempo, quindi, Pischedda era in servizio a Bellano, in provincia di Lecco, ma andò incontro alla morte proprio tra il 2 e il 3 Febbraio del 2017.

Francesco Pischedda
Francesco Pischedda, compianto agente scomparso (Facebook)

Secondo fonti ufficiali, quindi, pare che insieme al fuggitivo ci fossero altre due persone. Al momento, però, il processo è stato nuovamente rinviato, poiché Veaceslav Florea si trova in carcere in Austria e Vadim Vulpe e Igor Dima, che in quel frangente di cinque anni fa erano a bordo di un furgone rubato, pare abbiano fatto perdere le proprie tracce.

Francesco Pischedda, a tal proposito, era riuscito, durante il tallonamento, a raggiungere uno dei tre. Tuttavia, a farne le spese, fu proprio l’agente della Polstrada che esalò l’ultimo respiro in ospedale.

Il ladro, invece, dopo un ricovero in rianimazione è, come abbiamo riportato poche righe fa, stato arrestato all’estero per altri reati. Quello che probabilmente però dispiace ai colleghi e parenti di Pischedda è che il processo a oggi risulta essere stato rimandato per la quarta volta.

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Comunque sia, stando ai più informati, sembrerebbe che il giudice potrà decidere per l’unificazione dei processi che si terranno probabilmente il prossimo settembre.

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