Influenza, picco anomalo ad aprile: perché così tanti malati questo mese

Ad aprile è stato registrato un insolito aumento dei casi di influenza: vediamo perché così tante persone si sono ammalate questo mese. Tutti i dettagli.

Influenza picco anomalo aprile perché tanti malati
Termometro (Foto Pixabay.com)

È stato registrato un netto aumento dei casi di influenza nel corso del corrente mese. Si tratta di dati anomali, visto che il picco di casi di solito non avviene ad aprile, ma nei periodi più freddi dell’anno, vale a dire fra il mese di gennaio e quello di febbraio.

Nel 2022 invece il boom è avvenuto a primavera. Soltanto in Lombardia, nel corso della prima settimana di questo mese, sono stati raggiunti 68mila casi. La settimana scorsa invece sono stati stimati 52mila casi. In tutto, a partire dal momento in cui è cominciato il monitoraggio, sono state segnalate intorno a circa un milione e 400mila persone malate.

Tuttavia secondo gli esperti, “ora, però, la curva già sta iniziando a calare“. A effettuare il monitoraggio sulla diffusione e le caratteristiche sono i dottori sentinella che fanno parte della rete Influnet. Quel che sembra sicuro è che l’influenza ha fatto il suo vero e proprio ritorno nel corso di quest’anno.

Influenza, le fasce di età in cui sono stati registrati più casi

Nel corso dei mesi invernali 2020/21 l’influenza era quasi scomparsa per via delle misure contro il Covid che prevedevano le mascherine, il distanziamento e i vaccini.

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Termometro (Foto Pixabay.com)

Da alcuni mesi però è tornata, anche a causa dell’alleggerimento dei provvedimenti per il contenimento dei contagi da Covid.

Le fasce di età maggiormente interessate dall’influenza sono i bambini fra gli lo zero e i quattro anni, dove sono stati registrati 16,9 casi ogni mille assistiti.

Nelle altre fasce di età il numero delle persone malate è minore. Si tratta di 6,8 casi ogni mille assistiti fra i cinque e i quattordici anni.

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Sono 5,2 i casi ogni mille assistiti fra i quindici e i sessantaquattro anni. Il numero scende ancor di più, fino a toccare i 2,7 casi ogni mille assistiti nella fascia che supera i sessantacinque anni di età in quanto sono per la maggior parte vaccinati.

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