“DNA, ci sono altri campioni utili per…”, svolta nel caso Yara Gambirasio: parla il genetista di Bossetti

Caso Yara Gambirasio: Marzio Capra, genetista del pool di Massimo Bossetti, ha parlato della questione DNA. Le sue parole a TeleLombardia.

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Massimo Bossetti (Instagram)

Marzio Capra, genetista del pool di Massimo Bossetti, ha parlato delle notizie sull’inchiesta che riguarda la possibilità che il DNA che ha portato al muratore di Mapello sia stato conservato in maniera non adeguata.

Queste le parole da parte del genetista nel corso di un’intervista rilasciata al programma Iceberg Lombardia, in onda su TeleLombardia.

Se questo reperto non è stato conservato trovo incredibile che non si comprenda che qualcuno ha sbagliato e che non si riesca a individuare chi – ha riportato Fanpage.it -. Sono convinto che se ne uscirà attribuendo le giuste responsabilità a chi eventualmente ha contribuito alla distruzione di reperti di cui era stata disposta la conservazione.

Capra ha aggiunto.

Non posso credere che un magistrato che dispone il trasferimento di materiale biologico non si preoccupi di far sì che avvenga nelle migliori condizioni. Se questo non è stato fatto non penso ci sia alcuna spiegazione razionale.

Yara Gambirasio, parla il genetista di Bossetti sui campioni di DNA

Inoltre, stando sempre al genetista del pool di Bossetti, muratore condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio. “sicuramente ci sono anche altri campioni di Dna utili per le analisi“.

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Massimo Bossetti (Instagram)

Il genetista ha affermato che il Ris ha proceduto all’analisi di alcune centinaia e che tali ulteriori provette ritenute di minore interesse dalla Procura saranno state analizzate di meno.

Quindi quantitativamente saranno ancora più disponibili – ha spiegato Capra – rispetto ai famosi 54 campioni. Evidentemente questi altri campioni sono ancora disponibili, se nessuno ha disposto la distruzione e non mi risulta.

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Di recente sul caso del DNA, si era espresso anche il cognato di Bossetti, Agostino Comi. Stando a quest’ultimo, “non si è data mai la possibilità a Massimo di potersi difendere“, aveva sostenuto anche lui su TeleLombardia. Sempre secondo Comi, “poteva essere chiunque altro perché secondo me è stata una cosa studiata a tavolino già dall’inizio“.

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