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Cronaca

Assurdo omicidio, latitante finisce in manette: la svolta dopo il passo falso

Pubblicato da
Lucia Testa

Omicidio, le battute finali del diverbio in cui ha trovato un triste destino un giovane nel napoletano. Si attendono i risvolti finali dal tribunale.

pistola
pistola foto da pixabay

Un omicidio, avvenuto 2 anni fa nel napoletano, ha finalmente trovato un epilogo. Accadeva che Salvatore Marangio, di 34 anni, veniva posto ai domiciliari. L’unico luogo in cui accedere era la piazza del quartiere.

Il giovane sostava presso il centro adiacente il rione in cui abitava. Era alla guida del suo scooter quando. per uno spostamento di esso. urtava un’auto lì vicino. Il titolare corrispondeva al nome di Gaetano Grossi.

Era sorto subito un battibecco tra i due coinvolti e gli animi si erano surriscaldati. Nonostante l’intervento degli amici reciproci, i due ragazzi avevano continuato il diverbio per alcuni minuti. Finalmente sembrava che la diatriba avesse avuto una fine.

Omicidio, la resa dei conti per giustizia fatta

Gaetano Grossi si era messo alla guida della sua auto per poi ritornare dopo qualche tempo armato di pistola. Sceso dalla propria auto aveva puntato l’arma contro Salvatore facendogli ricadere addosso una scarica di colpi.

 

Subito allertato i soccorsi, il ragazzo è stato portato urgentemente in ospedale dove ha avuto modo di concedersi alle prime cure. Purtroppo le ferite riportate avevano interessato gli organi vitale del Marangio. Tutto si è fatto per salvargli la vita.

Dopo circa un mese il suo corpo non ha retto alle emorragie supportate dal fisico. Il 18 settembre, Salvatore moriva all’ospedale di San Giovanni Bosco dov’era stato ricoverato. La giustizia ha preso immediatamente il suo percorso.

Il Gip ha avviato le indagini per scoprire la giusta dinamica dei fatti. Grazie a delle voci sibilline tenute segrete, si è scoperto che Gaetano Grossi risultava il colpevole della della sparatoria in cui ha trovato la morte Salvatore Marangio.

L’indiziato è stato prelevato dalla squadra mobile di Napoli che ha eseguito, nei suoi confronti ,un’ordinanza di custodia cautelare. L’indagato è stato ritenuto colpevole anche di detenzione di documenti contraffatti per ottenere l’accesso verso strutture dove ripararsi

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Infatti il latitante aveva con sè tutta una serie di false certificazioni che gli davano la possibilità di soggiornare in diversi alberghi passando inosservato. Ora si trova in carcere con pesanti accuse e in attesa di giudizio finale dal tribunale di Napoli.

Lucia Testa

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Lucia Testa