Vuoi essere finalmente felice? Ecco le quattro abitudini da mantenere

Secondo gli studiosi esistono quattro abitudini ben specifiche per poter rqggiungere il benessere psicologico. Per esser felice bastano pochi semplici passaggi.

Quattro abitudini per essere felice
Due ragazzi esultano (Pixabay)

Questi ultimi due anni di pandemia prima e di grande concitazione a livello internazionale poi, hanno inciso sicuramente sullo stato psicofisico di molti di noi. I livelli di stress e di inquietudine e timore per il futuro sono aumentati a vista d’occhio, e ricercare la felicità e la serenità è sempre più complicato.

Eppure secondo il neuroscienziato Alex Korb dell’UCLA e autore del libro The Upward Spiral, ci sarebbero in particolare quattro abitudini da mettere in atto da una persona per poter essere felice. Scopriamole assieme.

La prima suggerisce, in un momento di sconforto, di porsi la domanda: “A cosa devo essere grato?”. Pare strano, ma a volte sembra che il nostro cervello non voglia farci percepire la felicità. Ebbene, la vergogna, il senso di colpa e l’orgoglio stimolano le stesse aree cerebrali, quelle della “ricompensa.

In parole povere, quando ci si sente ansiosi è meglio far qualcosa che non fare nulla. Farsi una domanda del genere aiuta a sviluppare la dopamina. Il fine non è individuare la risposta, ma ricercarla. E se i pensieri negativi sono troppo forti?

Essere felice? Si può esserlo seguendo questi suggerimenti

Il secondo suggerimento è di dare un nome a ciò che si prova. Sopprimere le emozioni non è la soluzione adatta, bisogna invece cercare di “etichettarle”, anche con un paio di termini o addirittura con un linguaggio figurativo. Ciò stimolerà la corteccia prefrontale.

Korb propone inoltre di “prendere una decisione”. Spesso ci capita di sentirci più sereni dopo averlo fatto. Non è un caso, poichè ciò riduce ansia e timori. E’ un’azione che ha un effetto sullo striato, un’area cerebrale destinata alle attività comuni.

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Infine, come comportarsi con gli altri? Lo studioso suggerisce di “cercare il contatto fisico”, ovviamente restando nei parametri dell’educazione, come stringere una mano o dare una pacca sulla spalla. Il contatto fa rilasciare infatti ossitocina.

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