Pandemia, la “nuova fase”. Lo studio italiano sui contagi che cambia tutto: i dettagli

Covid, la “nuova fase” della pandemia. Il nuovo studio dall’Italia che riguarda la trasmissione del virus per via aerea in ambienti chiusi: cosa è emerso.

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Mascherina (Foto Pixabay.com)

Nel corso di un’intervista Hans Henri Kluge, direttore dell’Oms Europa, aveva ritenuto “plausibile” che con Omicron l’Europa “si stia avviando alla fine della pandemia“.

Successivamente però Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, aveva avvertito. “È pericoloso presumere che Omicron sarà l’ultima variante o parlare di fine dei giochi” in quanto in questo momento nel mondo ci sarebbero le condizioni “ideali” per l’emergere di ulteriori mutazioni. Inoltre ci sarebbe una possibilità “molto reale” che emerga una variante “più trasmissibile e più letale“.

A due anni dall’inizio della pandemia da Covid, poi, il direttore per l’Europa dell’Oms in una nota aveva spiegato che

stiamo entrando in una nuova fase con la variante Omicron, altamente contagiosa, che sta sostituendo quella Delta a una velocità senza precedenti – sottolineando anche -. A meno di due mesi dalla sua scoperta in Sudafrica, Omicron rappresenta ora il 31,8% dei casi di Covid nella regione Europa, mentre rappresentava il 15% dei contagi la settimana scorsa e il 6,3% la settimana precedente.

Kluge aveva quindi avvertito.

Sebbene Omicron offra una speranza plausibile per la stabilizzazione e la normalizzazione, il nostro lavoro non è finito. Permangono enormi disparità nell’accesso ai vaccini. Se il 2021 è stato l’anno della produzione del vaccino, il 2022 deve essere l’anno dell’equità del vaccino nella regione europea e oltre.

Infine aveva concluso.

Questa pandemia finirà come tutte quelle precedenti, ma è troppo presto per rilassarsi.

L’Oms dunque ha parlato di una “nuova fase” della pandemia da Covid-19 con “una speranza plausibile per la stabilizzazione e la normalizzazione“, anche se “è troppo presto per rilassarsi“.

Pandemia da Covid, studio Arpa Piemonte e Università di Torino: cosa è emerso

Intanto è arrivata dal nostro Paese un nuovo studio che ha dimostrato che i contagi, in particolare da Omicron, avvengano anche solo parlando.

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Distanza (Foto Pixabay.com)

Sviluppando un nuovo metodo per campionare ed analizzare il SARS-CoV-2 nell’aria, per la parte sperimentale l’Arpa Piemonte e l’Università di Torino e per la parte teorica e modellistica l’Università di Cassino e la Queensland University of Tecnology hanno dimostrato che il virus può essere trasmesso per via aerea in ambienti chiusi non solo tramite le goccioline respiratorie di più grandi dimensioni.

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Il virus può essere trasmesso attraverso aerosol ben oltre 1-1,5 metri. Mentre si parla si producono emissioni di un ordine di grandezza più elevate rispetto alla semplice respirazione.

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