Il racconto di Francesco Facchinetti e della moglie Wilma sull’incidente e l’esperienza traumatica in ospedale.
Francesco Facchinetti e consorte, Wilma Helena Faissol, non sono riusciti a lasciar passare quello che è successo nelle scorse ore in ospedale, in seguito ad un incidente che ha travolto la donna. I due coniugi si sono recati all’ospedale più vicino per chiedere soccorso quando la moglie di Facchinetti perdeva sangue dalla testa per via di una brutta caduta da cavallo.
Ed è così che nel giro di pochissimi minuti quello che doveva essere un pomeriggio all’insegna del relax si è trasformato in un vero e proprio incubo. Prima la caduta dal cavallo, che è costata a Wilma un trauma cranico e diversi punti di sutura, con contusioni sul mento e sulla nuca. Poi la disavventura in ospedale che ha portato la tensione della coppia alle stelle.
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Wilma è stata lasciata in sala d’attesa del pronto soccorso per due ore nette, nonostante il codice rosso. Dopo aver effettuato il tampone e misurato la pressione, la moglie di Facchinetti attendeva una visita dettagliata seguita dalla tac. Una procedura che non è mai stata effettuata per la negligenza dei medici in servizio nell’ospedale di Desio, struttura in cui la coppia si era recata subito dopo la caduta.
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Insoddisfatti, giustamente, del trattamento ricevuto, Francesco e Wilma si recano presso un’altra struttura ospedaliera, nella speranza di poter accertare lo stato di salute della donna che nel frattempo lamentava dolori e fastidi vari. Wilma viene poi ricoverata all’ospedale Sant’Anna di Como, in cui le sono state effettuate tutte le procedure previste da protocollo.
Le condizioni di Wilma sono stabili, dato che il trauma cranico si è rivelato non essere commotivo. La donna è stata mandata a casa dopo i relativi accertamenti con l’obbligo di riposo forzato. Una volta fuori dall’ospedale, indignati, sia Francesco Facchinetti che Wilma hanno dato libero sfogo alla loro rabbia denunciando l’accaduto sui social.
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Entrambi hanno affermato che sono consapevoli di quanto gli ospedali siano messi in ginocchio dalla pandemia ma ciò non giustifica il modo in cui sono stati trattati.