Paolo Villaggio, retroscena scottante sul lavoro: parole forti e strazianti

Spuntano particolari inediti della vita del celebre attore ligure, scomparso nel 2017. Paolo Villaggio, indimenticabile interprete di Fantozzi, era un uomo dalle mille sfaccettature.

Paolo Villaggio (Facebook)
Paolo Villaggio (Facebook)

Lo conosciamo tutti per la sua “maschera” più famosa, il ragionier Ugo Fantozzi, ma Paolo Villaggio è stato molto di più ed è entrato di diritto tra i grandi della cinematografia italiana.

Nato a Genova nel 1932, cresce in una famiglia della medio-alta borghesia. Iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, lascia gli studi per iniziare a svolgere diversi lavoretti. E’ proprio durante questi anni che conosce Fabrizio De Andrè, con il quale instaura un’amicizia destinata a durare tutta la vita.

La svolta avviene verso la fine degli anni Sessanta quando viene scoperto da Maurizio Costanzo che lo vede esibirsi a Roma mentre è assieme ad Ennio Flaiano e Ugo Tognazzi. In seguito fa il suo esordio in tv a Quelli della domenica, dove presenta per la prima volta i suoi personaggi del terribile Professor Kranz e del mite Giandomenico Fracchia. E’ un successo. Quello vero, però, arriva nel 1975 con il film Fantozzi, dove porta sul grande schermo una serie di racconti pubblicati anni prima sull’Europeo.

Ora a svelare dei lati inediti del grande attore è la figlia Elisabetta con un libro appena uscito che racconta il Villaggio privato, quello di tutti i giorni e la vita passata accanto a lui.

Paolo Villaggio: “Ho sempre pensato di essere matto”

L’opera, dal titolo “Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio”, è uscita pochi giorni fa in tutte le librerie italiane per Baldini e Castoldi. L’autrice ne ha parlato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

“Era un assenteista, la sera tirava tardi, gli piaceva stare in compagnia. Una volta avevo avuto la febbre e non ero andata a scuola e mi aveva colpito che anche lui fosse a casa e che dormisse fino a tardi” ha rivelato al giornalista.

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“Sai che ho sempre pensato di essere matto? Da quando sono nato” è la frase dal letto di ospedale che il padre le ha rivolto prima di spirare. Una “follia” che ha coinvolto e fatto divertire milioni di italiani.

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