Caso Marco Eletti, svelato cosa avrebbe spinto il giovane a diventare omicida

Il movente dell’omicidio potrebbe essere legato a un lite avvenuta dopo la scoperta da parte del figlio della doppia vita del padre 

Polizia, aggressione per una sigaretta
Polizia (Getty Images)

La doppia vita del padre legata a un’altra identità di genere di cui il figlio non sapeva nulla, avrebbe portato ad un violento litigio culminato con un omicidio. Secondo gli inquirenti sarebbe questo il movente dell’uccisione di Paolo Eletti, ammazzato a colpi di martello sulla testa, il cui corpo è stato ritrovato il 24 aprile a San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia, a fianco della moglie Sabrina Guidetti, narcotizzata con i polsi tagliati, rimasta in coma per molto tempo e ascoltata dagli investigatori dopo il suo risveglio.

Per l’omicidio è stato subito disposto il fermo a carico del figlio, Marco Eletti. Per quest’ultimo c’è anche l’accusa di tentato omicidio nei confronti della madre.

Marco Eletti, scrittore di 33 anni è attualmente in custodia cautelare in carcere

L’uomo è accusato di omicidio aggravato da premeditazione, motivi futili e mezzi insidiosi

polizia bimbe rapite
Ucciso a Reggio Emilia dal figlio pixabay

Gli inquirenti pensano che l’omicida, avendo scoperto la doppia vita della vittima, emersa anche da un profilo social collegato a lui, nel quale si faceva riferimento ad un’altra identità di genere, colto dalla rabbia avrebbe compiuto l’assassinio di cui è accusato dalla Procura di Reggio Emilia.

La tragedia è avvenuta dopo le 17 in un pomeriggio di sole nella Bassa reggiana, nella zona industriale di San Martino in Rio. In una delle camere della villetta dove abitavano, Paolo Eletti è stato trovato a terra senza vita con un martello al fianco, mentre la moglie è stata ricoverata d’urgenza in gravi condizioni con ferite da arma da taglio alle braccia.

Secondo le prime ricostruzioni sommarie, è stato il figlio Marco a trovare i genitori, il quale ha fatto scattare l’allarme appena tornato a casa.  Un volta lanciato l’allarme sono accorsi sul posto gli operatori del 118, all’inizio con due ambulanze e un’auto medica, una squadra di vigili del fuoco e quattro auto dei carabinieri.

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Le indagini sono iniziate subito.  Il figlio, sentito sul posto, è stato immediatamente caricato su un’auto e portato via, in caserma, dove ha rilasciato la prima testimonianza ufficiale.

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