Diletta Leotta, c’è il processo: dopo l’incidente la giornalista non perdona

Un importante appuntamento coinvolge la siciliana, volto noto dello sport in televisione. Cosa succede a Diletta Leotta adesso.

È trascorso un anno esatto da quando la celebre giornalista sportiva di DAZN (ma si parla di un addio all’emittente motivato dalla volontà di lei di volere provare una esperienza nel mondo dello spettacolo, n.d.r.) rimase vittima di un ingente furto. Alcuni ladri entrarono in casa di Diletta Leotta a Milano.

Diletta Leotta
Diletta Leotta Foto dal web

I topi di appartamento si intrufolarono in casa di lei portando via beni per svariate migliaia di euro. E la stessa Diletta Leotta, in una successiva intervista, ammise che la cosa la lasciò profondamente turbata.

Grandissimo fu il dolore provato per via di questa brutta circostanza. Ma ora, a distanza di 12 mesi da quell’episodio tutto da dimenticare, ci sono delle novità.

La Procura di Milano si è espressa in maniera negativa contro sei malviventi, responsabili del furto nell’appartamento di lusso della 29enne di Catania. Per tutti loro è giunta una citazione diretta a giudizio.

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Ora ci sono grossi sviluppi

Tra l’altro questa banda è ritenuta colpevole anche di avere svaligiato la casa della influencer Eleonora Incardona, ex cognata proprio della Leotta.

Ora verrà celebrato il relativo processo, il prossimo 29 ottobre. La sede sarà la decima sezione penale del Tribunale di Milano. Da quanto si apprende, la maggior parte degli accusati avrebbe espresso la volontà di chiedere il patteggiamento.

Questa soluzione garantirebbe loro lo sconto fino ad un terzo della pena in caso di colpevolezza. I beni sottratti all’epoca ammontano a circa 150mila euro.

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I responsabili sono tutti di nazionalità serba ed erano soliti frequentare un campo rom di Milano, che tra l’altro faceva da base anche per un altro gruppo di malviventi specializzati nel ripulire le abitazioni altrui.

La banda che ha rubato in casa della Leotta aveva colpito pure il calciatore dell’Inter, Achraf Hakimi. I suoi membri erano specializzati nell’arrampicarsi anche su superfici all’apparenza impossibile da scalare.

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