Padre soffoca bambino di due anni e poi si taglia la gola: tragedia familiare

Lascia un biglietto d’addio e scrive che il figlio era malato: un padre di 43 anni uccide il bambino e poi si suicida.

Siamo a Treviso, città che nella giornata di ieri ha visto consumarsi ben due tragedie familiari dove i genitori si sono tolti la vita trascinando con loro i figli piccolissimi.

A Castello di Godego, comune in provincia di Treviso, Egidio Battaglia, padre di 43 anni ha soffocato il suo bambino di appena due anni e poi si è tolto la vita tagliandosi la gola con un coltello da cucina.
Una scena da brividi commentata in una lettera che l’uomo ha lasciato prima di compiere questi atti drammatici. Dichiara che non riusciva più a sopportare i problemi di salute del figlio Massimiliano, nato nel 2018.
Verso le 13 di ieri, 20 febbraio, i due erano attesi dal nonno per pranzo. L’uomo, Fortunato Battaglia, non li ha visti arrivare e si è recato a casa loro insieme al fratello di Egidio. Hanno provato con insistenza a suonare il campanello e ad aprire la porta, ma senza riuscita.
Aiutandosi con una scala sono arrivati al terrazzo del primo piano, dal quale hanno visto il sangue e il corpo privo di vita del bambino.
E’ immediatamente scattata la chiamata alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco. Soccorsi ed elicottero sono giunti sul posto e hanno trovato i due corpi poco fuori la porta del bagno di casa.

Treviso, padre uccide il bambino di due anni e poi si taglia la gola: non sopportava più i suoi problemi di salute

Treviso tragedia padre uccide figlio e si suicida
Treviso (Pixabay – GiuseppeDio)

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Ci troviamo a piazza Città di Boves a Castello. In cucina è stata trovata una lettera di Egidio indirizzata ai suoi cari: l’uomo aveva scelto di non andare avanti per via dei gravi problemi di salute che avevano colpito il piccolo Massimiliano. Pochi mesi prima, infatti, al bambino era stato diagnosticato l’autismo.

La madre del piccolo, al momento della tragedia, stava coprendo il suo turno di lavoro in ospedale come fisioterapista. Quando ha ricevuto la notizia dell’accaduto è stato necessario soccorrerla. La donna ha 40 anni ed è impiegata in una cooperativa di Treviso che presta servizi per le strutture ospedaliere. Il marito, invece, lavorava in un’azienda come montatore.
La coppia era sposata da tre anni ed era piuttosto unita. Secondo quanto ricostruito finora, non c’era stata alcuna lite tra i due genitori né si erano presentati problemi economici in famiglia.

La sofferenza provata da Egidio era solamente dovuta alla malattia del figlio che gli comportava problemi di linguaggio.

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