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Aracy Guimarães Rosa, l’angelo di Amburgo di Passaporto per la libertà

Pubblicato da
Gabriele Mastroleo

Cosa sapere su Aracy Guimarães Rosa, l’angelo di Amburgo di Passaporto per la libertà: una storia incredibile.

screenshot video

Quando si parla di eroi si pensa a grandi atti di risonanza pubblica, a gesti di grande impressione, quando in realtà molti degli eroi in tempo di guerra e di dittatura sono persone comuni che rischiano la vita e si sforzano, nonostante le circostanze, per salvare altre persone. A una di queste storie è ispirata la serie televisiva Passaporto per la libertà, in onda da qualche settimana su Canale 5.

La serie racconta la vicenda personale di Aracy de Carvalho: una storia d’amore con sullo sfondo la tragedia dell’Olocausto. La donna, una diplomatica, è stata la moglie di João Guimarães Rosa, anche egli diplomatico e dopo la fine della seconda guerra mondiale destinato a diventare uno dei maggiori poeti del Brasile.

L’incredibile storia di Aracy, l’angelo di Amburgo raccontato in una serie televisiva

foto d’archivio

Aracy, che proveniva da una famiglia tedesca ed era nato a Paraná nel 1908, si sposò con un tedesco, sempre in Brasile, e ebbe un figlio, Eduardo. Dopo qualche anno ha divorziato da lui, cosa che allora non era assolutamente vista di buon occhio, e si è trasferita ad Amburgo, a vivere qui con la zia e il figlio piccolo. Correva l’anno 1937. La Germania non era ancora in guerra, ma il partito nazista era già al potere e non risparmiava mezzi per diffondere le proprie idee.

In particolare, da un paio d’anni erano state promulgate le cosiddette leggi di Norimberga e la quotidianità ebraica in Germania stava già diventando sempre più ristretta e soffocante. Aracy, che verrà poi soprannominata l’angelo di Amburgo, ha iniziato a lavorare nel consolato brasiliano, nella sezione rilascio passaporti. La sua posizione non le garantiva l’immunità diplomatica.

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Il suo lavoro comunque le dava il vantaggio di accedere ai documenti di autorizzazione per i viaggi in Brasile. Grazie a questa sua posizione, ha aiutato gli ebrei che cercavano di sfuggire ai campi di sterminio, concedendo loro la possibilità di fuga. In particolare, mescolava carte che dovevano avere la firma del Console del Brasile, oppure ometteva la lettera J, cosicché la religione del beneficiario non era nota.

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Un’altra strategia utilizzata da Aracy era il contatto con i dipendenti tedeschi, in modo da ottenere documenti di soggiorno falsi, che permettevano di assistere le vittime, anche quando non erano di Amburgo. Inoltre, ha anche aiutato finanziariamente alcune vittime. Il 9 novembre 1938, durante la tragica Notte dei Cristalli, Aracy ospitò persino una coppia ebrea nella sua stessa casa. La banalità del bene fatto è emersa solo grazie alle testimonianze delle persone da lei salvate e dei loro familiari.

Gabriele Mastroleo

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