Un animale fa concorrenza all’essere umano: la loro rete sociale è complessissima

Le ricerche nel vasto mondo animale proseguono e mettono in evidenza come alcune specie siano in grado di formare reti sociali complessissime.

Società delfini rete sociale complessa ricerca scientifica
(Pexels – Pixabay)

Il primato, in natura, è dell’uomo: questo mantra è diffusissimo e condiviso ancora da molti. Altrettante persone, tuttavia, si sono rese conto e continuano a rendersi conto quotidianamente di quanto questa affermazione sia fallace. Proprio questo primato auto-conferito dell’uomo è quello che ci ha spesso portato a sfruttare la natura in maniera incontrollata e a provocare enormi problemi all’equilibrio del pianeta. Sia nel mondo animale che in quello vegetale.

Le ricerche dei biologi sul regno animale, poi, hanno messo in evidenza come l’uomo non sia necessariamente il più forte in natura, anzi! Esistono specie che possono rivaleggiare con noi, nonostante non abbiano a disposizione i mezzi tecnologici che l’uomo ha sviluppato nel corso dei millenni. Pensiamo alle api e alla loro complessa rete sociale… e ora anche a questa specie marina, seconda soltanto all’uomo in quanto a complessità sociale!

I delfini costruiscono reti sociali seconde solo a quelle umane

Stiamo parlando dei delfini, definiti come alcuni degli animali più intelligenti del pianeta (sempre secondo lo standard umano) e in grado di costruire reti sociali organizzate e complesse. Di comunicare tra loro al fine di assicurare la riproduzione e la produttività nella specie. Secondo una ricerca portata avanti dall’università del Massachusetts di Dartmouth e dall’università britannica di Bristol, questi mammiferi marini stringono alleanze di terzo livello. Spingendosi anche oltre lo standard tra gli scimpanzé.

Società delfini rete sociale complessa ricerca scientifica
(AJRPROJ – Pixabay)

La ricerca ha preso in esame un gruppo di 121 delfini tursiopi maschi che vivono nella Baia degli Squali, in Australia occidentale, valutando la loro capacità di stringere alleanze. Il fine? Avere un accesso facilitato agli esemplari femmina, trascorrere con loro un tempo maggiore, che possa assicurare probabilità più alte di riprodursi.

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Lo studio delle università americana e britannica è stato pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, che già nel 1992 aveva pubblicato una ricerca dello stesso gruppo scientifico sulla cooperazione di secondo livello tra i delfini. Iniziata nel 1982, l’attività dell’equipe compie quest’anno il quarantesimo anniversario, festeggiando con un risultato a dir poco strabiliante!

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