Fitto mistero, rinvenute resti di ossa preistoriche in un fossato: gli archeologi non hanno risposte

Fitto e denso il mistero che aleggia intorno al ritrovamento di un numero impressionante di ossa preistoriche. Le ricerche continuano.

Fitto mistero archeologico (1)
Fitto mistero archeologico (pixabay)

Ancora non sanno dove andare a parare gli esperi accorsi al ritrovamento preistorico. Fitto e ancora ignoto il mistero che circonda lo strano episodio. E pensare che quel luogo era destinato alla costruzione di un’autostrada.

E’ successo a Cambridge in Inghilterra. Gli archeologi sono subito accorsi sul luogo del misterioso rinvenimento. Davanti a loro si stendeva un fossato di 14 metri di lunghezza con all’interno un numero impressionante di ossa.

Gli scheletri appartengono ad una razza animale anfibia. Ottomila ossa appartenenti a rane e rospi tutte insieme. Una scoperta che ha lasciato esterrefatti gli esperti. Basiti e senza risposte hanno continuato ad ammirare il cimitero.

Fitto mistero, ritrovato un cimitero di ossa preistoriche

Gli archeologi hanno subito messo mano ai lavori per riportare alla luce gli oggetti. Lo hanno definito il cimitero delle rane preistoriche. Alla luce dei fatti potrebbero appartenere ad un periodo che va verso il V secolo a. C.

Fitto mistero archeologic
Fitto mistero archeologico(pixabay)

Il rinvenimento è segnato da una stranezza mai accreditata. L’ossario degli anfibi sembravano tutte in fila. Il loro stato di conservazione è ottimale, gli archeologi ancora non credono ai loro occhi. E’ proprio un grattacapo.

Ancora sono increduli quando sono stati allertati sul ritrovamento. Il mistero è davvero fitto anche se una possibile spiegazione è stata comunque avanzata. Per ora è tutto messo in via ufficiosa perché gli studi devono essere approfonditi.

Qualche tempo fa, Cambridge era stata sottoposta ad un progetto di risanamento infrastrutturale. Si scavava per delineare una nuova autostrada. L’intoppo è stato rappresentato appunto da questa distesa impressionante di ossa.

I reperti sono stati raccolti e trasferiti in laboratorio dove si è proceduto per le analisi di routine. Ebbene gli studiosi hanno profilato una prima tesi sul fitto caso emerso. Si suppone che il fosso sia stato una trappola per le rane.

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Forse a quel tempo era un cibo privilegiato. In questo modo se ne potevano catturare a iosa. Siccome in primavera gli anfibi cercano gli stagni o un acquitrino. Gli abitanti di allora avrebbero potuto scavare il fossato per tenerle in trappola.

Per ora la ricerca si ferma con queste ipotesi continuando sempre ad approfondire i rilievi rinvenuti.

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