Le monete da un centesimo hanno un valore inestimabile nonostante la piccola coniatura, un simbolo di fortuna da tenere in considerazione.
Le monete sono un trend inossidabile. Possedere questi tintinnii a volte possono portare a galla sorprese inaspettate. Le vecchie care lire se ben conservate riescono a raggiungere quote elevate riscosse dai possessori.
Non a caso la numismatica è a favore della valutazione dei cimeli relegati in un angolo della nostra libreria. oppure impolverati e tenuti in qualche vecchio contenitori proprio per caso senza accostarci una utilità vera e propria.
Proprio lì bisogna andare a cercare quando c’è l’eco di un cercasi in fatto di monete. Ritrovarsi con una fortuna tra le mani potrebbe non appartenere più ad un’utopia se si presta attenzione ai soldini tenuti alla mercè.
Perchè una moneta abbia un altrettanto valore economico, deve sottostare ad alcune linee guide che forse non tutti sono a conoscenza. Vale una coniatura ricercata, un effige rara, l’anno della trasmissione e il perfetto stato di conservazione.
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Oggi prenderemo in esame gli spiccioli della nuova moneta in circolazione: l’euro. Non proprio quella di maggiore coniatura ma proprio le monetine che sembrano non aver alcun lavoro nel mondo economico per la bassa presa avvalorata.
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Tra i centesimi rari uno ha attirato l’attenzione degli esperti perchè risalta la sua rarità. Si tratta della monetina che la Zecca dello Stato ha coniato con un evidente errore. Il centesimo pone su un lato della medaglia l’immagine della Mole Antonelliana. Parrebbe una svista visto che la torre di solito si trova sulla moneta da due euro. In effetti è proprio così. Sulla monetina da un centesimo c’è di stampo il Castel del Monte ma una coniatura distorta ha fatto sì che si avverasse questa preziosità. Altro fatto interessante è che questo soldo assomiglierebbe di più ad una moneta da due centesimi .L’errore porterebbe il loro valore a circa 3000 euro al pezzo. Quindi è bene passare in rassegna e visionare per vedere se la possediamo noi ed esultare per il gruzzoletto che male non fa.
